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Marc63
Junior Member
 
Italy
144 Posts |
Posted - 20/10/2018 : 21:51:30
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La puntata di "Ulisse" di Alberto Angela, di Sabato della scorsa settimana, è stata dedicata alla deportazione degli Ebrei dall'Italia (da Roma e da Milano) nei campi di sterminio. In quelle circostanze uno strumento di "vita" come il treno divenne "strumento di morte", in quanto, come ben evidenziato nel programma, già a bordo di quei treni si compiva la prima selezione. Venivano stippate 50 persone circa in carrozze merci (mi pare che fossero le tipo "F") che componevano un treno mandato appositamente lento per esasperare le sofferenze (spesso sino alla morte) dei suoi sfortunatissimi e involontari passeggeri; secondo il principio per cui meno persone arrivavano vive nei campi e meglio era. Qui, chi volesse approfondire, trova la puntata intera : https://www.raiplay.it/video/2018/10/Ulisse-Il-piacere-della-scoperta-Viaggio-senza-ritorno-7f6e873c-761b-47d2-976e-a439f73e3c22.html Lascio alla sensibilità di ognuno di voi i commenti e le valutazioni in merito; vorrei soffermarmi però su alcuni aspetti legati ai treni che nella trasmissione sono stati (ovviamente)tralasciati e vorrei porre delle domande visto che il materiale che ho reperito a proposito su Internet è alquanto scarno. Parto dal fatto che nel "documentario" si accenna alla complicità di molti Italiani nel facilitare il compito di deportazione degli Ebrei: si fa accenno ai fascisti ma non solo, anche ad Italini prezzolati che avrebbero letteralmente "venduto" molti Ebrei ai Nazisti. Non si parla però del ruolo che ebbero i ferrovieri che materalmente condussero quei treni di morte. E' vero che si trattava di treni "merci", ma, ad esempio, che locomotive avevano usato ? Erano Italiane (quali ?) o tedesche ? I treni "merci" avranno avuto un macchinista, un fuochista, un frenatore; chi erano costoro ? Erano ferrovieri FS (consapevoli di ciò che stavano facendo o costretti ?) o militari tedeschi ? Questi treni erano scortati ? Secondo le testimonianze si parla di un'unica sosta durante i lunghi viaggi sino al campo di Auschwitz; la cosa tecnicamente sarebbe impossibile perché le locomotive a vapore avevano bisogno di rifornirsi di acqua e carbone, di sostituire il personale ... di effettuare un "cambio trazione". Nel corso degli anni ho letto e udito una marea di testimonianze in merito alla deportazione, ma nessuna da parte di ferrovieri. E' come se, su quel fronte, si sia voluto stendere un "velo pietoso" ... Qualcuno di voi potrebbe aiutarmi a chiarire qualcuno di questi punti o indicarmi delle fonti a cui attingere ? Ringrazio per l'attenzione e porgo a tutti i migliori saluti.
Marcello Aurisicchio |
Edited by - Marc63 on 20/10/2018 21:54:43 |
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renzo428
Forum Admin
   
Italy
1670 Posts |
Posted - 21/10/2018 : 14:18:56
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Ciao Marcello, faccio solo qualche osservazione generale. Per le testimonianze dei ferrovieri impiegati durante la guerra, militarizzati prima e sotto controllo tedesco dopo, la gran parte dei treni (militari e questi lo erano) era scortati dai soldati e spesso ne era presente anche uno in cabina: o conducevi il treno secondo gli ordini o eri minacciato. Questa non vuole essere una giustificazione ma solo una testimonianza delle memorie che ho letto. Naturalmente poi le storie sono migliaia, tante almeno quanti furono i treni.
Per quanto riguarda le locomotive erano presumibilmente FS fino al confine e poi DRG, dubito che fossero utilizzate le stesse per tutto il viaggio proprio per i limiti delle locomotive a vapore che dopo alcune ore di funzionamento hanno bisogno di fare rifornimento di carbone e pulizia del forno e dei tubi bollitori. Per contro le locomotive elettriche che non hanno bisogno di soste, potevano essere utilizzate solo sotto i relativi impianti sempre che questi fossero in funzione, quindi corrente continua fino a Bologna e Milano e trifase tra Verona e Brennero. La Milano Venezia era ancora a trazione a vapore quindi i cambi di trazione erano comunque più numerosi.
L'unica sosta di cui si accenna nel documentario era riferia ai prigionieri che potevano scendere una sola volta dai vagoni e per pochi minuti sotto il controllo dei soldati.
un caro saluto, renzo. |
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